Acquario, riprende il percorso “dietro le quinte”

Fonte: Ufficio Stampa Costa Edutainment

Da sabato 5 Febbraio 2011, nei fine settimana, l’Acquario di Livorno ripropone al pubblico il percorso “Dietro le quinte”. Lanciato il 30 Ottobre 2010, il percorso “Dietro le quinte” ha subito riscontrato un forte apprezzamento ed interesse da parte dei visitatori che hanno l’occasione di ammirare così da vicino la bellezza ed il mistero della natura e scoprire, dietro la guida di un esperto biologo, i segreti che si nascondono dietro le vasche espositive.

Il “Dietro le quinte” costituisce un importante strumento di sensibilizzazione ambientale, azione nella quale Costa Edutainment è da sempre impegnata in tutte le strutture gestite attraverso esperienze proposte in stile edutainment con costante attenzione al visitatore.

Il percorso ha inizio nell’area tecnica, cui si accede dalla Sala Auditorium, dove il visitatore trova cinque impianti dotati ognuno di un sistema di filtrazione, trattamento e controllo della temperatura dell’acqua.

15 sono le vasche curatoriali utilizzate come nursery per le varie specie di animali ospitate in Acquario di Livorno: qui crescono fino al raggiungimento delle dimensioni adatte per poter essere inserite nella vasca espositiva, vengono effettuate la quarantena, la profilassi per gli animali in arrivo dall’esterno o le cure mediche per gli esemplari che lo necessitano.

Ai visitatori vengono poi illustrati il sistema di filtraggio e trattamento acque, separato per ogni vasca. Inoltre, gli scambiatori di calore necessari per mantenere costante la temperatura dell’acqua a un determinato valore e diverso per ogni ambiente acquatico riprodotto.

Con il “Dietro le quinte” sono visibili anche i locali dedicati alla cucina, dove  viene conservato in due grandi freezer il cibo e preparato quotidianamente per gli animali. Durante il percorso, è possibile vedere anche il laboratorio di analisi dove lo staff interno effettua periodicamente i necessari controlli e le analisi delle condizioni dell’acqua presente nelle vasche espositive.

A conclusione della visita guidata, le persone potranno accedere all’area tecnica situata al di sopra delle vasche espositive e chiudere così il percorso ammirando dall’alto ciò che sta dietro la vasca del relitto e le vasche del percorso Mediterraneo e Tropicale delle due gallerie Gregotti.

Per i visitatori sarà un’affascinante occasione quella di poter vedere, proprio da quest’area tecnica, la vasca di accrescimento dove si trovano i piccoli di pesce cardinale, nati a metà ottobre, e posta all’interno di una vasca espositiva del percorso Tropicale. I piccoli rimarranno in questa vasca ancora per alcune settimane, quelle necessarie al raggiungimento della dimensione adatta per poter essere inseriti nella vasca espositiva assieme agli altri individui adulti simili.

A partire dal 5 Febbraio 2011 fino al mese di Maggio, il percorso “Dietro le quinte” sarà accessibile il sabato, la domenica ed i giorni festivi. Le partenze avvengono alle ore 16.00 ed il percorso ha una durata di 30 minuti più visita libera alla struttura. Per verificare gli orari durante il corso dell’anno, consigliamo di consultare il sito http://www.acquariodilivorno.it.

Il biglietto, che comprende il “Dietro le quinte”e la visita al percorso integrato della struttura, è acquistabile presso la biglietteria dell’Acquario di Livorno, attraverso il sito http://www.acquariodilivorno.it e tramite prenotazione presso Incoming Liguria (tel. 010/2345.666)  ancora alla tariffa promozionale di 16 Euro per gli Adulti – 10 Euro per i Ragazzi (4-12 anni) e le Scuole – 14 Euro Ridotto (terza età e militari) e Gruppi.

Nel mese di Febbraio 2011 l’Acquario di Livorno è aperto al pubblico sabato, domenica e festività dalle ore 10.00 alle ore 18.00 (ultimo ingresso 17.15).

Fino a Giugno 2011, prosegue l’iniziativa“Il Giovedì dei Livornesi”: tutti i giovedì la struttura sarà aperta al pubblico dalle ore 14.00 a chiusura con una tariffa speciale di ingresso di € 8,00 Intero – € 5,00 Ragazzi (promozione non cumulabile con altre in corso).

Solo per gruppi e scuole, la struttura è aperta dal lunedì al venerdì su prenotazione.  Dal lunedì al venerdì la struttura è chiusa al pubblico individuale.

Approda a Livorno la mostra sui 90 anni del Pci

Fonte: Ufficio Stampa Comune di Livorno

Dopo Roma, Livorno. Dal 4 al 20 marzo la nostra città, che ha visto nascere nel 1921 il Partito Comunista, ospiterà ai Bottini dell’Olio l’unica tappa toscana della mostra itinerante “Avanti popolo – Il PCI nella storia d’Italia”, promossa per il 90° anniversario della nascita del Partito Comunista Italiano, dalla Fondazione Istituto Gramsci di Roma insieme al Centro Studi di Politica Economica che detiene gli archivi del PCI.

Dopo il grande successo dell’inaugurazione all’Acquario Romano-Casa dell’Architettura si potrà visitare anche a Livorno la ricca esposizione che racconta l’importanza che il Partito Comunista ha avuto nella società italiana. Una sezione sarà allestita con i cimeli del PCI livornese, una delle federazioni più attive e propositive d’Italia.

Inserita nel programma nazionale per il 150° dell’Unità d’Italia, la mostra costituisce un’occasione per conoscere il profondo legame tra la storia del nostro Paese e quella del PCI, che ne è stata parte essenziale, nel suo intreccio tra la dimensione nazionale e quella internazionale.

“La mostra sui 90 anni dalla fondazione del PCI – dichiara l’assessore alle Culture del Comune di Livorno Mario Tredici – è un’occasione importante per approfondire e riflettere su una esperienza politica fondamentale nella storia d’Italia del Novecento e per la storia della nostra città. E’ dunque per noi motivo di soddisfazione che gli organizzatori abbiano individuato Livorno come prima tappa e unica tappa toscana del lungo tour che porterà la mostra da Roma in tutte le più importanti città italiane. Una mostra che ha avuto un lusinghiero successo al suo esordio a Roma, per il rigore e la ricchezza dei materiali e sposti, per l’impostazione e per l’impiego di sistemi multimediali. Sono convinto – dice ancora Tredici – che, con le ulteriori iniziative che il comitato organizzatore ha intenzione di promuovere, la mostra incontrerà l’interesse attivo non solo dei livornesi, giovani o anziani che siano, ma di tutti i cittadini toscani “.

L’esposizione è stata organizzata nella ricorrenza di due anniversari fondamentali per il PCI: i novanta anni dalla sua fondazione ed i venti dallo scioglimento del partito, avvenuto in data 4 febbraio 1991, con la nascita del Pds a Rimini. Ed è impostata in modo da consentire una lettura non apologetica della storia del partito, basata su due grandi ambiti documentari: i documenti del PCI, conservati negli archivi, in primo luogo della Fondazione Istituto Gramsci, e quelli sul PCI, quali, ad esempio, i film di propaganda realizzati dalla Sezione Stampa e Propaganda del partito, ma anche quelli degli avversari politici del medesimo, come i Comitati Civici, o i cinegiornali della Settimana Incom.

La Fondazione Gramsci, infatti, dispone di archivi di valore per lo studio della storia politica, sociale e culturale dell’Italia del Novecento, con particolare riferimento al periodo repubblicano, e di particolare importanza è proprio l’archivio storico del PCI, che costituisce, quindi, il fulcro della mostra storica.

Il percorso espositivo è multimediale ed è costituito da sei stazioni cronologiche relative ad altrettanti periodi della storia del PCI: ogni stazione, unita alle altre da una pista in plexigas ad immagini, si avvale di bacheche con materiale documentario originale di schermi “touchscreen”, che consentono, tramite parole chiave, di accedere al merito ed ai dettagli della storia narrata, tra rimandi circolari e cortocircuiti audiovisivi.

Nella mostra di Roma – curata da un Comitato Scientifico costituito da storici quali Giuseppe Vacca, Silvio Pons, Francesco Giasi, Ermanno Taviani, Luisa Righi, Emanuele Bernardi, Gian Luca Fiocchi e dall’architetto Alessandro d’Onofrio che ha collaborato con Zaha Hadid all’allestimento del Maxxi di Roma – sono stati inseriti, tra gli altri, gli originali manoscritti dei “Quaderni del carcere” di Antonio Gramsci, quello sulla Questione meridionale del 1926, i messaggi radiotrasmessi ed autografi di Togliatti, le lettere di Badoglio a Togliatti, un florilegio delle edizioni e pubblicazioni gramsciane all’estero, le tessere di iscrizione al PCI dal 1921 al 1991, fotoromanzi degli anni ’50 realizzati per incitare al voto gli emigranti, un ciclostile paracadutato dagli Alleati, per stampare clandestinamente l’Unità, oltre ad una sezione appositamente dedicata alla satira, con le vignette di Altan e Staino.

Giornata della Memoria, celebrazioni anche a Livorno

Di Massimo Masiero, www.costaovest.info

Abenaim Elia Giuseppe era nato a Livorno, il 21 ottobre 1912, era figlio di Dario e Rosa Eminente, coniugato, arrestato a Genova il 2 agosto 1944, deportato a Auschwitz, il 24 ottobre 1944, divenuto matricola n.199858 e deceduto a Mauthausen il 22 aprile 1945.  Il suo è stato il primo nome a risuonare nella fredda e solare mattinata di ieri sotto il portico di Palazzo Granducale, stamani, dove ha avuto inizio la celebrazione della Giornata Internazionale della Memoria, ricordata in altre nazioni.

Era uno dei 150 ebrei livornesi deportati dall’Italia tra il 1943 al 1945 e sterminati con altri  migliaia di tutta Italia, ricordati uno a uno. Poco prima il coro Ernesto Ventura della comunità Ebraica aveva cantato alcuni brani di cultura ebraica, sono poi intervenuti  gli allievi dell’istituto musicale Mascagni  diretti dal maestro Paolo Filidei.

Giorgio Kutufà, presidente della Provincia ha aperto la lettura delle biografie, seguito da Carla Roncaglia, assessore comunale, Enrico Bianchi, presidente dell’assemblea comunale, Simone Giusti, vescovo della Diocesi, Domenico Mannino, prefetto di Livorno, Bruno D’Agostino, questore, Pierluigi Rosati, comandante l’Accademia Navale. E poi altri ancora: studenti, cittadini, giovani, esponenti della comunità ebraica, che ha organizzato con la Provincia le celebrazioni, presente in gran numero, mentre accanto le pagine bianche del libro delle firme si andava riempiendo, il grande candelabro a nove braccia continuava ad ardere e il pavimento si ricopriva dei fogli delle biografie lasciati cadere dai lettori a testimonianza del sacrificio e della quantità delle vittime.

Al primo piano del palazzo intanto si è aperto il consiglio provinciale con la presenza di tanti studenti “perché il ricordo, ha detto il presidente Fabio Di Bonito, e il filo della memoria rimanga per sempre e si tramandi tra le nuove generazioni  per costruire un migliore avvenire del paese”. Ha poi ricordato la recente scomparsa di Tullia Zevi, espressione dell’intelletto e della cultura ebraiche, scomparsa nei giorni scorsi.

Vi sono barbarie che non possiamo e dobbiamo dimenticare, ha ricordato Giorgio Kutufà, perché vi sono responsabilità  anche degli italiani. Accanto alle pagine deprecabili della nostra storia si affianca tuttavia il romanzo della immensa solidarietà scritto in tante pagine di testimonianze dal sacrificio di figure indimenticabili che hanno aiutato gli ebrei, tra cui i livornesi don Roberto Angeli e Mario Canessa, Giusto tra le Nazioni, a cui si deve aggiungere monsignor Alberto Ablondi, che fu vescovo di Livorno, e che ha avuto di recente riconosciuto il titolo di Giusto per l’impegno profuso per il valore e il rispetto reciproco delle idee e delle convinzioni religiose per tanta parte della vita dedicata anche all’Ecumenismo.

Il prefetto ha ricordato che la giornata non deve esaurirsi nelle ore del ricordo perché la tragedia non deve accadere ancora e non bisogna dimenticare che anche oggi vi sono 250 focolai di guerra nel mondo. Margherita Ascarelli, vicepresidente della comunità ebraica di Livorno (il presidente Samuele Zarrugh era a Roma invitato dal Capo dello Stato alla cerimonia al Quirinale)  ha condannato il negazionismo perverso e  le tragedie che ancora compiono coloro che si stanno dimenticando della shoah, che voleva cancellare un popolo dalla faccia della terra. I giovani devono ricordare  “per evitare che quel che è accaduto possa riaccadere, come scrisse Primo Levi”.

Yair Didi, rabbino capo della comunità ebraica ha detto che la lettura dei nomi dei deportati si collega al museo di Gerusalemme e che il popolo ebraico prosegue il suo cammino nella ricerca della pace e della fede.  Sono poi intervenuti i capigruppo dei partiti. Ha concluso Enrico Modigliani, nato a Roma nel 1937, perseguitato dal regime nazista, scampato alle deportazioni con la famiglia, di cui fa parte lo zio Franco, premio Nobel per l’economia. Padre di tre figlie e nonno di sette nipoti, intellettuale di sinistra, storico, già parlamentare negli anni novanta, è consigliere della fondazione Centro Documentazione Ebraica. Si sta impegnando nel progetto Memoria, di cui è promotore, per creare un centro di documentazione per tener vivo il ricordo della shoah e illustrare la storia degli ultimi decenni ai giovani. “Non dimenticherò mai – ha concluso – che io c’ero alla promulgazioni delle leggi razziali, che per ogni ebreo denunciato prevedevano compensi di cinquemila lire per l’uomo, 4mila500 per la donna e mille500 per un bambino”.

Dopo aver illustrato vari periodi storici ha ricordato che esistono solo le differenze umane, non le razze, che solo Livorno era città senza ghetto e che in tanto odio non va dimenticata la grande solidarietà degli italiani.

Calcio, Livorno – Padova 3-3

Di Lorenzo Corradi, www.amaranta.it

Questo Livorno non sa più vincere. O, peggio ancora, è tornato ad essere incapace di gestire un vantaggio. Siena, Modena, Albinoleffe, Empoli (anche se poi finì 2-1) e stasera il Padova. 3-3 al fischio finale di Baracani, ma gli amaranto per due volte hanno sciupato il doppio vantaggio sul 2-0 e sul 3-1. Come giustificare la rimonta? Un calo di concentrazione? La paura di vincere? Di certo, molto più concretamente, le disattenzioni della difesa sulle reti di Vantaggiato e in particolare della coppia Miglionico-Knezevic che ha lasciato campo libero all’ex Rimini in quelle circostanze e soffrendolo in generale nell’intero arco della gara.

Inutile negarlo: la retroguardia ha ripreso a commettere ingenuità che stanno costando molto caro. Anche il centrocampo in copertura avrebbe potuto fare certamente di più. Tra l’altro il Livorno non aveva cominciato male, trovandosi davanti il portiere veneto Cano tutt’altro che irreprensibile: due uscite a casaccio nei primi 10′ su una delle quali Schiattarella effettua una conclusione ribattuta da Trevisan all’altezza dell’area piccola. Per questo il vantaggio al 16′ era meritato: discesa di Surracco, assist deviato da Renzetti che metteva fuori causa il suo portiere. Padova che non reagiva e Livorno che ci provava dalla distanza con Luci e Dionisi per poi raddoppiare al 31′: ancora Surraco che vince (forse fallosamente) un duello e serve all’indietro per Tavano che di destro al volo piega le mani a Cano per il 2-0.

Biancoscudati che approfittano dell’abbassamento dei labronici, ma ci provano solo da fuori area, anche su uno di questi tentativi (De Paula al 44′), Mazzoni bagnava il suo esordio con una bella parata. Nella ripresa i biancorossi hanno un altro piglio e riaprono le sorti al 47′: punizione da destra di Ronaldo e vantaggiato insacca di testa saltando del tutto libero. Due minuti dopo rischia il pari ancora con Vantaggiato che raccoglie un passaggio errato di Schiattarella, ma tira su Mazzoni. Livorno in difficoltà, ma che si riorganizza a fa il tris: grande palla di Dionisi per Tavano che a tu per tu con Cano firma la sua prima doppietta stagionale al 64′.

Potrebbero essere i titoli di coda, ma il Padova continua a spingere; al 73′ fallo di Schiattarella sulla sinistra, punizione a rientrare di Ronaldo che ancora una volta dà un senso al suo nomignolo e beffa Mazzoni (troppo fuori dai pali) con una traiettoria che termian sotto il “sette” del secondo palo. Amaranto di nuovo nel dramma e patavini che concretizzano la loro rincorsa sette minuti dopo: classica azione di rimessa con lancio di Legati per Vantaggiato che tutto solo non ha problemi ad insaccare di destro.

Il Livorno si getta in avanti alla ricerca del 4-3, ma lo sfiora soltanto con Miglionico di testa al 85′; sull’altro fronte dubbi per un contatto al limite dell’area tra Iori ed El Shaarawy. Inutile l’ingresso di Danilevicius, onestamente troppo tardivo. Al “Picchi” termina con un pari che per il Livorno, per come è maturato, sa quasi di sconfitta.

LIVORNO (4-4-2): Mazzoni; Perticone, Miglionico, Knezevic, Lambrughi; Surraco (87′ Danilevicius), Iori, Luci, Schiattarella (87′ Prutsch); Dionisi, Tavano (De Lucia, Bernardini, Salviato, Volpe, Volpato). All.: Pillon.

PADOVA (4-3-1-2): Cano; Legati, Cesar, Trevisan, Renzetti; Cuffa, Jiday (35′ Ronaldo), Bovo (53′ Gallozzi); El Shaarawy, Vantaggiato, De Paula (75′ Di Nardo) (Mengon, Cappelletti, Rabito, Filippini). All.: Calori.

ARBITRO: Baracani di Firenze

RETI: 16′ autorete di Renzetti, 31′ Tavano, 47′ Vantaggiato, 64′ Tavano, 73′ Ronaldo, 80′ Vantaggiato.

NOTE: ammoniti Trevisan, Cuffa e Ronaldo; angoli 5-3 per il Livorno; recupero 3′ e 3′; spettatori circa 4000

Ospedale, morto Ceccarini, “primario del sorriso”

Di Massimo Masiero, www.costaovest.info

E’ scomparso il medico del sorriso, colui che ha riempito la vita di tanti amici e pazienti, come in molti hanno detto di lui. Massimo Ceccarini, primario di dermatologia all’ospedale di Livorno,  se ne è andato dopo una crudele malattia, che lo aveva colpito al scorsa primavera.

Era un medico di gran classe. Sempre attento, misurato, preparato, pronto e disponibile. Una vita dedicata alla sua professione e agli altri, alla famiglia e alle continua preparazione per acquisire sempre maggiori conoscenze, come era nella sua consuetudine, nella curiosità che lo faceva sempre essere alla ricerca di nuove cure per alleviare la vita di chi gli stava vicino. Molti gli occhi lucidi nella chiesa di San Giuseppe all’interno dell’Ospedale, dove la salma è stata deposta  e visitata da tanti, amici e colleghi, conoscenti e pazienti, personaggi noti e cittadini. Era un amico che sapeva essere anche confidente e confidenziale.

“Era un bravo medico che si era dedicato in maniera appassionata alla propria professione, aveva raggiunto risultati importanti ma non aveva mai perduto la dimensione del rapporto con gli altri.” Lo ha ricordato così anche il sindaco Alessandro Cosimi, che gli era amico carissimo e fraterno, che ha condiviso con lui tanti momenti trascorsi nella vita professionale e in quella politica, perché Massimo Ceccarini è stato consigliere comunale Ds dal1994 al 1999, sempre con quella dote innata della capacità di affrontare i problemi con la serenità della conoscenza, frutto dell’intelligenza che sapeva interpretare e trasmettere agli altri.

Era nato il 25 giugno 1958 e si era laureato in medicina e chirurgia nel 1983. all’università di Pisa, si era poi specializzato in dermatologia nel 1988 e in anatomia patologica nel 1998. Nel 2000 aveva frequentato un master sulla gestione della sanità pubblica.  Ha lavorato, quasi ininterrottamente, dal 1988 all’ospedale di Livorno, dove era diventato primario dal 1999.  Cordoglio e vicinanza  sono stati espressi dalla Direzione dell’Azienda Usl 6, dal collegio die Primari e dal personale medico e infermieristico. Una grave perdita nel mondo della sanità – si sottolinea, ma anche per  la città. L’ospedale perde anche un gentiluomo e un medico d’altri tempi, di grande umanità. Rappresentava un punto di riferimento e un valore aggiunto in ogni occasione. Si sentirà la sua mancanza e il grande vuoto che ha lasciato anche per la sua  professionalità, disponibilità, dedizione al lavoro e impegno nella società civile. Lascia la moglie Laura, la figlia Camelia, la madre Corrada e il fratello Marco. I funerali domani alle 15. Alla famiglia un abbraccio e tanto affetto.